penelope #20
Bentrovati su penelope, la newsletter che segnala che lì, proprio lì, c’è un racconto bello da leggere online. Siamo arrivati al ventesimo numero e per festeggiare la cifra tonda stavolta penelope non vi rimanda a leggere altrove ma vi propone un breve racconto completo. Si tratta della Fionda di David di Augusto Monterroso, tratto da La pecora nera e altre favole (pubblicato una prima volta in italiano da Sellerio nel 1980, e da poco riportato in libreria da Occam editore - che ringrazio per il permesso di riprodurre il testo). Qui un bel profilo dell’autore, scritto da Fabrizio Gabrielli per il Tascabile.
In chiusura, abbiate pazienza, un breve annuncio autopromozionale.
Buona lettura.
La fionda di David
C'era una volta un bambino chiamato David N., la cui abilità nell'uso della fionda suscitava l'invidia e l'ammirazione degli amici del vicinato e della scuola, che vedevano in lui - così commentavano tra loro quando i genitori non potevano sentirli - un nuovo David.
Passò il tempo.
Stanco del noioso tiro al bersaglio con i suoi sassolini contro lattine vuote o pezzi di bottiglia, David un giorno scoprì che era molto più divertente esercitare contro gli uccelli l'abilità di cui Dio lo aveva dotato, e da allora in poi si concentrò su tutto quello che gli capitava a tiro, soprattutto Fanelli, Allodole, Usignoli e Cardellini, i cui corpicini sanguinanti cadevano soavemente sull'erba, con il cuore ancora scosso dalla paura e dalla violenza del colpo.
David correva esultante verso di loro e li sotterrava cristianamente.
Quando i genitori di David vennero a sapere di questa abitudine del loro buon figliolo si allarmarono molto, gli chiesero che cosa fosse quella novità, e lo rimproverarono così duramente che, con le lacrime agli occhi, lui riconobbe la propria colpa, si pentì con tutto il cuore, e per molto tempo si dedicò a tirare esclusivamente contro gli altri bambini.
Arruolatosi anni dopo nell'esercito, durante la Seconda guerra mondiale David fu promosso generale e decorato con le più alte onorificenze per aver ucciso da solo trentasei uomini, e più tardi degradato e fucilato per aver lasciato scappare un Piccione viaggiatore del nemico.
Augusto Monterroso, La pecora nera e altre favole
Traduzione di Antonino Trizzino
Occam Editore, 2023
Da un paio di mesi è in libreria L’odio migliore, un mio racconto pubblicato da Tetra. Qui la scheda, e qua sotto sotto l’incipit.
La moglie di Sabatini è un cesso.
Fu la prima cosa che pensai quando me la presentò alla cena di Natale dell’azienda.
Lui: unghie curate, abiti su misura, giovane, affascinante, profumato.
Lei: un cesso.
Mia moglie, pur con tutte le sue imperfezioni e con vent’anni in più, è decisamente più desiderabile, pensai; e non era certo l’amore a parlare, perché di quello, dopo tutto il tempo passato insieme, ho l’impressione che non ce ne resti granché.
Comunque, la disparità tra Sabatini e signora mi aveva fatto piacere, devo ammetterlo, perché da uno come lui ti saresti aspettato una partner all’altezza, e invece...
Finalmente una crepa che rischia di mandare la sua perfezione in frantumi, mi dissi mentre le stringevo la mano dopo essermi provvidenzialmente asciugato la mia sui pantaloni, e mentre con la coda dell’occhio vedevo il fastidiosissimo biancore dei denti di Sabatini.
Sabatini infatti, non c’è neanche bisogno di specificarlo, sorrideva.