penelope #23
Bentrovati su penelope, la newsletter che segnala che lì, proprio lì, c’è un racconto bello da leggere online. E che da oggi proverà a fare qualcosa in più, segnalando anche qualche link interessante e qualche nuova uscita in libreria, — il tutto rigorosamente a tema racconti. Pronti? Andiamo.
Racconti
Dopo aver ascoltato il racconto del servo, il mio amico rimase pensoso. Teneva gli occhi fissi sulla tazzina del caffè, come chi voglia leggere il futuro nei suoi fondi.
“Sono anch’io dell’opinione di Boris Karloff. È un bel racconto”, disse poi. E, come in ogni conversazione notturna degna di questo nome, quel commento portava con sé una domanda un po’ metafisica e di non facile risposta: “Perché è bello? Cosa serve a un racconto per essere bello?”
“Io conosco un racconto moltissimo migliore”, esclamò qualcuno vicino a noi con accento straniero.
Bernardo Atxaga, A proposito dei racconti; continua su «Cattedrale», qui
L’acqua è salita sul finire dell’inverno. È esplosa, sarebbe più corretto dire, esondata, più preciso, agli inizi di marzo si è arrampicata con balzi di bestia oltre i massi. Lo schianto delle onde furiose e altissime, mai così alte a memoria di abitanti – di abitanti vivi, quantomeno, che ben più alte si sono viste eccome nel corso degli ultimi centoquindici anni –, gli schizzi sono arrivati ai vetri delle case dove occhi umani osservavano con apprensione vaga, scherzando per arginare la paura insinuante, il ricordo di un boato mai vissuto ma per sempre scritto nei cromosomi, qui tutti hanno un sangue che sa cosa voglia dire tremare.
Beatrice La Tella, Lasciarsi erodere; continua su «Degrado», qui
Il 20 [gennaio] Lenz traversò la montagna. Le cime e gli alti pianori coperti di neve, giù per le valli pietra grigia, distese verdi, rocce e abeti. Era freddo e umido; l’acqua grondava giù per le rupi e balzava al di là del sentiero. I rami degli abeti pendevano pesanti nell’aria bagnata. Nel cielo passavano nubi grigie, ma tutto così denso, e poi fumigava la nebbia e trascorreva umida e pesante fra gli arbusti, tanto pigra, tanto greve. Lui procedeva indifferente, non gli importava nulla del cammino, ora su, ora giù. Stanchezza non ne sentiva, solo gli rincresceva talvolta di non poter camminare sulla propria testa. Da principio sentiva qualcosa urgergli in petto quando il pietrisco gli schizzava via a quel modo, il bosco grigio fremeva sotto di lui e la nebbia ora divorava le forme, ora ne scopriva a metà le membra possenti; urgeva in lui qualcosa, cercava qualcosa come sogni perduti, ma nulla trovava.
È l’incipit di Lenz di Georg Büchner; sfortunatamente non disponibile da leggere online, lo si può però ascoltare letto da Luciano Funetta.
Link
«Non scrivere racconti uno alla volta. Se uno scrive racconti uno alla volta, può, per dirla in modo onesto finire per scrivere sempre lo stesso racconto fino al giorno in cui muore».
È il primo dei 12 consigli di Bolaño per lo scrittore di racconti.
«Journalism taught me how to write a sentence that would make someone want to read the next one. You are trained to get rid of anything nonessential. You go in, you start writing your article, assuming a person’s going to stop reading the minute you give them a reason. So the trick is: don’t give them one. Frontload and cut out everything extraneous. That’s why I like short stories. You’re always trying to keep the person interested. In fiction, you don’t need to have the facts up front, but you have to have something that will grab the reader right away.»
Questa è Amy Hempel, intervistata dalla Paris Review; purtroppo per leggere tutta l’intervista serve un abbonamento, ma anche solo la parte “in chiaro” contiene più di una perla.
In libreria
Negli Stati Uniti è considerato un maestro della forma breve, ma qui da noi Leonard Michaels finora era conosciuto più che altro per Sylvia (romanzo autobiografico pubblicato da Adelphi nel 2016) e per Il club degli uomini (romanzo e basta, uscito per Einaudi nel 2018). A colmare la lacuna ci hanno pensato i ragazzacci di Racconti Edizioni, che a fine 2023 hanno portato in libreria Potendo, li avrei salvati, una monumentale raccolta di tutti i racconti di Michaels. Il titolo è un capolavoro, il resto pure.
Altro titolo uscito a fine 2023, ma qui su penelope non abbiamo la febbre della novità a tutti i costi. La nostalgia che avremo di noi è l’esordio di Anna Voltaggio, pubblicato da Neri Pozza. La sinossi lo descrive come un libro in cui «la forma di un romanzo si scompone e si frammenta», ma l’impressione è che si tratti di una raccolta di racconti pura e semplice, proprio come piace a penelope. L’ho appena iniziato, e mi pare molto interessante.
Infine, abbiate pazienza, eccoci al momento onanismo. Il 19 gennaio è uscito anche Cose da fare per farsi del male, una raccolta scritta dall’amorevole curatore di penelope. Lo ha pubblicato Giulio Perrone Editore, e per chi fosse interessato qui c’è una specie di diario di scrittura, mentre qui sotto c’è una playlist dedicata.
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